Arte.misya Creations: l’arte del macramè handmade
Aggiornato il: Oct 12, 2021
Io e Jennifer ci siamo conosciute tramite Instagram quando, qualche mese fa, ho scoperto le sue meravigliose creazioni di macramè, che mi hanno affascinata fin dal primo momento. Questo perchè ho notato che, con estrema semplicità, riesce a trasformare i materiali che utilizza in incredibili gioielli dall’aria gipsy e bohemien. E’ in grado di farmi immaginare lunghe corse su spiagge selvagge e di farmi ritrovare il contatto con la natura “solo” attraverso un gioiello totalmente handmade.
Abbiamo avuto l’occasione di incontrarci a Padova, abbiamo chiacchierato molto e ci siamo conosciute meglio, quello che ne è venuto fuori è questa intervista, quindi scopriamo chi è Jennifer e conosciamo il suo Arte.misya Creations.
Jennifer, raccontaci chi sei, cosa fai e quali sono le tue passioni.
Una persona scalza, così mi definirei. Mi piace collezionare ricordi, biglietti aerei e non mi piace piantare radici. Per me casa è qualunque posto mi faccia stare bene: un mercatino a Camden Town, una duna di sabbia nel deserto, il blu di Chefchaouen.
Abito in provincia di Vicenza, in un posto immerso nella natura, che spesso diventa il mio studio a cielo aperto. Il mio è un mix di origini: un po’ del Nord Italia, un po’ del Sud Italia e un po’ dall’Olanda.
Mi sono diplomata al liceo artistico e da quando sono bambina ho sempre avuto pennarelli e matite in mano, e tuttora cerco l'arte in ogni mia creazione, sono un’anima creativa. Mi piace viaggiare a mente aperta, scoprendo la ricchezza di un altro modo di vivere, spesso così diverso dal nostro. I miei fidati compagni di viaggio infatti sono il mio zaino (Giovanni) e la mia macchinetta fotografica: scatto foto continuamente perchè ho paura di dimenticare.
Come sono nati il tuo progetto e il tuo shop di creazioni?
Dico spesso che mi nascondo dietro a mille improbabili progetti, ho costantemente la testa tra le nuvole e il cassetto pieno di sogni (alcuni più impensabili di altri), come ad esempio l’idea di avviare una coltivazione di mirtilli, che si avvicinava molto alla mia idea di felicità.
In realtà creare gioielli non è mai stata una mia priorità, ma una passione che è cresciuta man mano ed è scoppiata nel momento in cui ne ho avuto più bisogno. Ho conosciuto il mondo dell’artigianato quasi tre anni fa, partecipando con una mia amica ad alcuni mercatini in giro per il Veneto (Silea, Arcugnano, Mestre), lei creava prodotti in legno e saponi naturali, mentre io muovevo i primi passi con il ricamo.
Ho scoperto poi il mondo del macramè durante un viaggio a Fuerteventura, un’isola ricca di artigiani hippie sempre sorridenti, che mi ha avvicinata a questa antica tecnica in cui si intrecciano e si annodano fili di cotone, di lana o di altri materiali.
Arte.misya è nata durante il primo lockdown, ad aprile 2020, in un periodo incerto e molto difficile, in cui avevo voglia e bisogno di reinventarmi, come hanno fatto e stanno cercando di fare la maggior parte degli artigiani italiani. Il nome che ho scelto, Arte.misya, ha a che fare con la natura e con le piante, ma contiene anche la parola “arte”, parte fondamentale del mio progetto e della mia vita. E’ un nome nato per caso, come molte delle cose che mi succedono nella vita: la mia filosofia infatti è quella di vivere senza pensieri, “Hakuna Matata” si dice.
Nel mio shop su Etsy trovate bracciali, collane, orecchini e anelli in macramè e pietre, ma anche agende, portadocumenti o portafogli rivestiti a mano e alcune bag in tela ricamate a mano. Magari un domani arriverà un sito tutto mio.
Come scegli i tuoi materiali e come ti ispiri per le tue creazioni?
La ricerca dei materiali è una delle parti che più preferisco. Mi piace scegliere con cura i componenti dei miei gioielli, perchè per me è fondamentale offrire creazioni di qualità, infatti prima di mettere in vendita le mie creazioni le testo su di me.
Dopo vari tentativi posso dire di aver trovato i miei fornitori di fiducia che sono tutti sparsi in giro per il mondo: India, Hong Kong, Brasile ed Europa. Sapere che le mie pietre, i miei pendenti in ottone e i fili che utilizzo provengano da diverse parti del mondo, è come fare un piccolo viaggio ogni volta che scarto i pacchetti che mi arrivano a casa. Sono diventata un’accumulatrice seriale di pietre e pendagli!
Mi impegno ad essere più sostenibile, in particolare nel packaging, non utilizzando plastica ma stoffe riciclate, soprattutto da avanzi di sari indiani, ma anche donando una seconda vita agli scampoli in pelle scartati dalle aziende, trasformandoli così in copertine per agende, portafogli e portadocumenti.
Per le mie creazioni cerco l’ispirazione soprattutto nella natura, nei suoi colori e nelle sue mille sfaccettature. L’ultima collezione che ho presentato, Enana (dalla lingua Lakota, “tutto attorno”), si ispira allo stile dei nativi americani, ai colori della terra, ai suoni dell’acqua e ai rumori del vento. È una collezione che mi rispecchia molto e grazie alla quale ho cominciato ad avere più chiara la direzione che voglio prendere con la mia creatività.
Adesso sto pensando a nuove creazioni, più delicate, ispirate alla primavera e ai fiori. All’interno della futura collezione ci saranno anche alcune collaborazioni: mi piace quando due o più menti artistiche si uniscono per dare vita a qualcosa di unico. Lavorare in questo senso mi stimola a non mollare.
Qual è il messaggio rivoluzionario che vuoi lanciare con il tuo progetto?
Viviamo in una società dove se non fai un “lavoro classico” vieni giudicato come quello che vive nel mondo dei sogni e a causa di questo ho trascorso diversi anni evitando domande come “ma cosa fai nella vita?” o “che lavoro fai?”. Sono domande che spesso mettono a disagio chi desidera fare “qualcosa di diverso” o di più giusto per sé stesso.
Io ho svolto diversi lavori a chiamata, non ho cercato la stabilità perché questa parola mi ha sempre fatto paura. Non ho mai messo la ricerca del lavoro perfetto al primo posto, ho preferito vivere questi anni viaggiando, collezionando esperienze e sfruttando tutta la libertà che avevo a disposizione. Ho scelto di assecondare i miei bisogni, non mi sono forzata a fare ciò che viene richiesto dalla società.
Mi ha sempre affascinato l’alternativo, piuttosto che il convenzionale. In un mondo di persone tutte uguali non è sempre facile andare contro corrente.
Alcuni potrebbero giudicarmi folle e se è così, allora auguro a tutti di essere folli e di vivere delle proprie passioni. Se ci credi davvero nulla è impossibile!
Quanto tutto questo ti ha aiutata a crescere?
Non ho mai avuto grandi aspettative. È iniziato come un hobby e un po’ per gioco ho deciso di lanciarmi in quest'avventura senza avere chiaro fin da subito dove volevo arrivare. Per quanto sia stato un anno difficile, il 2020 mi ha dato tanto, soprattutto il tempo e la forza di reinventarmi.
Non mi sono abbattuta e sono felice di averlo sfruttato alla grande, perchè mi ha permesso passo dopo passo di trasformare la mia passione in un lavoro vero e proprio.
La consapevolezza di aver creato qualcosa da zero mi sta dando un’enorme soddisfazione e gli apprezzamenti che ricevo per le mie creazioni mi hanno permesso di credere di più in me stessa. Se sono qui, è soprattutto grazie alle persone che mi hanno sostenuto in questo mio progetto. Ho finalmente abbandonato una fetta di insicurezza.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Sto facendo un lavoro continuo per perfezionare lo stile e la personalità delle mie creazioni, in un mondo fatto di Instagram e Pinterest in cui tutti prendono ispirazione da tutti, è difficile distinguersi dagli altri e creare qualcosa che non si sia già visto. Questo per me rimane un grande obiettivo da portare avanti.
Poi mi auguro di riuscire a raggiungere l’obiettivo con la O maiuscola: quello di unire il mondo del macramè e la mia creatività al mio essere nomade. Non vedo l’ora di poter tornare a camminare su terre diverse, perdermi tra i colori e i profumi dei mercati del mondo e andare alla ricerca di “tesori” da portare a casa per creare i gioielli che voi indosserete.
Lascio qui sotto tutti i CONTATTI di "Arte.misya Creations":
Sito: www.artemisya.it
*ci tengo inoltre a precisare che le fotografie scelte per questo articolo non sono state scattate da me, ma da Jennifer e Virginia.